Sisowath Ravivaddhana Monipong
Tra tutte le opere di Mozart Don Giovanni è la più sfuggente, al di là di qualsiasi intreccio, sia pure abilmente strutturato da Lorenzo Da Ponte, di trama e d’indefinito.
Con la nuova produzione del Don Giovanni al Teatro dell’Opera, Graham Vick conclude la proposta romana del trittico Mozart/Da Ponte. Nella sua maturità artistica l’abile manipolatore appare sempre più voler ricondurre il proprio lavoro di regista a concetti personalistici, non sempre pertinenti o improntati al buon gusto. Il suo mestiere di apprezzato uomo di teatro è fuori discussione, ogni scena è di per sé teatralmente ineccepibile, così i rapporti tra i diversi personaggi e nello sviluppo delle situazioni, eppure nell’arco dell’esecuzione: arie, duetti, terzetti, sestetto, ecc. e gli eloquenti recitativi scivolano via senza raccontarci una storia, senza trasmetterci emozioni. L’unica certezza è la mano sicura del regista a cui, però, sembra non interessare più di tanto il risolvere gli enigmi del…
View original post 1,027 more words